Di Eleonora Mari e Fabrizio Pelfini
Esistiamo da 300.000 anni, vissuti in un era geologica denominata Olocene. Auto definiti Homo Sapiens: sapienti. Esseri viventi dotati di un cervello strutturato, capaci di un pensiero sviluppato sotto forma di creatività, ragionamento astratto, linguaggio e introspezione. Abbiamo diviso l’indivisibile, esplorato l’osservabile e lo sconosciuto, impiantato tecnologia nella carne, selezionato geni per migliorare le specie, indagato i sogni, rappresentato la bellezza, descritto emozioni e insaziabili quesiti ci esortano ad una continua e inevitabile ricerca.
Gli esseri umani però con le loro azioni condizionano l’ambiente terrestre. I veloci cambiamenti imposti dall’uomo all’ambiente nel suo insieme stanno accelerando i tempi con cui avvengono fenomeni geologici e chimici, alterando il ciclo climatico e mutando i biosistemi del pianeta. Stiamo vivendo una nuova era geologica: l’Antropocene. Antropocentrismo che il nostro Homo Sapiens ha ottemperato nei confronti del pianeta terra in seno a processi depredativi e consumistici. Un processo evolutivo nel quale l’uomo si è sentito padrone di tutte le altre specie viventi, di tutto ciò che esiste. Bulimia antropocentrica.
Questo lavoro nasce da un’analisi di comportamenti personali degli autori. Toccando aspetti del nostro vivere quotidiano, ci siamo interrogati sul senso profondo di Io; sul modo di alimentarci, abitare, dialogare, comunicare, muoverci, soddisfare fabbisogni energetici, economici e tecnologici. Abbiamo volutamente satirizzato il concetto di Homo Sapiens in Homo Pervertens. La perversione è un atteggiamento deviato di comportamenti distorti rispetto al senso comune, dove per senso comune vogliamo intendere una visione antica in cui esseri viventi e ambiente sono in costante equilibrio. Insegnamento quest’ultimo evidente in tutte le altre specie animali e vegetali, che preesistono a noi. Il confronto temporale tra la specie umana e le altre specie viventi è schiacciante: 300.000 anni contro, in media, 5 milioni di anni. Questo dato dev’essere preso in considerazione.
Viene da chiedersi: apparteniamo effettivamente a una specie superiore? Stiamo vivendo un periodo storico in cui la crisi climatica è manifesta, il modello occidentale è in profonda crisi, è necessario un cambiamento del nostro modo di vivere e in primo luogo di ragionare. Al momento è difficile anche solo immaginare un futuro più equilibrato, dobbiamo credere che la bellezza dell’esistenza possa continuare ad essere reale e non un sogno utopico.
Il nostro è un invito ad un’analisi del senso più comune e pratico del vivere, dove gli esseri umani possano realmente definirsi Sapiens, Sapienti, Saggi.
We have existed for 300,000 years, lived in a geological era called the Holocene. Self defined Homo Sapiens: wise. Living beings with a structured brain, capable of creative thinking, abstract reasoning, language and introspection. We have divided the indivisible, explored the observable and the unknown, implanted technology in the flesh, selected genes to improve species, investigated dreams, represented beauty, described emotions and insatiable questions urge us to continue and inevitable research.
Nevertheless, human beings affect the terrestrial environment through their actions. The fast changes imposed by humans on the environment as a whole are accelerating the timing of geological and chemical phenomena, altering the climate cycle and changing the biosystems of the planet. We are experiencing a new geological era: the Anthropocene. Anthropocentrism that our Homo Sapiens has complied with towards the planet earth in the bosom of depredative and consumerist processes. An evolutionary process in which man felt himself master of all other living species, of everything that exists. Anthropocentric bulimia.
This work stems from an analysis and reflection on the authors’ personal behaviors. Touching aspects of our daily life, we questioned ourselves about the profound sense of self; on the way to feed ourselves, to live, to dialogue, to communicate, to move, to satisfy energy, economic and technological needs. We have deliberately satirised the concept of Homo Sapiens in Homo Pervertens. Perversion is a deviant attitude of distorted behaviors with respect to common sense, where by common sense we mean an ancient vision in which living beings and the environment are in constant balance. The latter teaching is evident in all the other animal and plant species, which exist before us. The temporal comparison between the human species and other living species is overwhelming: 300,000 years against, on average, 5 million years. This data must be taken into consideration.
The question arises: do we actually belong to a higher species? We are living in a historical period in which the climate crisis is manifest, the Western model is in profound crisis, a change in our way of life and in the first place of reasoning is necessary. At the moment it is difficult to even imagine a more balanced future, we must believe that the beauty of existence can continue to be real and not a utopian dream.
Ours is an invitation to an analysis of the most common and practical sense of living, where human beings can truly define themselves as Sapiens, Wise.